I campi elettromagnetici e l’impatto sulla salute dei lavoratori
L’esposizione ai campi elettromagnetici è un problema molto diffuso, poiché riguarda praticamente la maggior parte dei lavoratori, sebbene si tratti purtroppo di un rischio ancora sottovalutato e non considerato in maniera sufficiente. Le onde elettromagnetiche comportano invece rischi per la salute, è quindi necessario che le aziende informino i lavoratori e prendano le dovute precauzioni per proteggerli.
Le onde elettromagnetiche sono composte da un campo elettrico e un campo magnetico e possono essere di origine naturale o generate artificialmente. Il campo elettrico può provenire da qualsiasi elemento in cui è presente una carica elettrica, ad esempio cavi o batterie, e il campo magnetico viene prodotto dal movimento delle cariche elettriche stesse.
A caratterizzare le onde elettromagnetiche sono la frequenza e la lunghezza d’onda, che varia di volta in volta: la frequenza si misura in Hertz (Hz) ed è determinata dal numero di oscillazioni dell’onda per ogni secondo, la lunghezza d’onda rappresenta invece la distanza tra due punti di un’oscillazione.
La presenza delle onde elettromagnetiche, come si è detto, riguarda un ampio numero di attività e situazioni: dalle trasmissioni radio agli strumenti usati in medicina diagnostica. Principalmente, si suddividono in radiazioni ionizzanti, ovvero in grado di ionizzare gli atomi, e radiazioni non ionizzanti. Conoscere i campi elettromagnetici è di importanza fondamentale per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e prevenire i rischi.
Quali effetti possono essere provocati dai campi elettromagnetici
Le onde elettromagnetiche agiscono sull’organismo provocando scariche elettriche sui tessuti che, di conseguenza, subiscono un graduale riscaldamento. Si tratta di effetti diretti, che conseguono immediatamente durante l’esposizione del corpo umano ai campi elettromagnetici.
In caso di onde a bassa frequenza, l’effetto principale è appunto l’induzione di corrente elettrica nei tessuti, che vengono stimolati provocando sensazioni sgradevoli e potenzialmente pericolose. Con frequenze più alte, si avrà invece come effetto predominante il riscaldamento dei tessuti stessi, dovuto alle oscillazioni molto rapide di ioni e acqua. Con onde che raggiungono frequenze superiori ai 10 MHz, il riscaldamento della pelle viene spesso percepito con una fastidiosa sensazione di bruciore.
Come prevenire gli effetti diretti delle onde elettromagnetiche
La prevenzione degli effetti diretti causati dalle onde elettromagnetiche si basa sull’applicazione di limiti di sicurezza definiti al fine di tutelare la salute delle persone e di consentire l’esposizione ai campi elettromagnetici senza correre rischi.
Effetti indiretti delle onde elettromagnetiche
Oltre agli effetti diretti, i campi elettromagnetici possono produrre diversi effetti indiretti, che possono comunque tradursi in rischi anche piuttosto gravi: per questo è fondamentale conoscere ed evitare questi rischi, poiché difendersi unicamente dagli effetti diretti in molti casi potrebbe non essere sufficiente.
Inoltre, è importante tenere conto anche delle soglie di esposizione generiche, che riguardano tutti, indistintamente, includendo i rischi che si verificano nei luoghi pubblici e frequentati da molte persone.
Tra i principali effetti indiretti dei campi elettromagnetici si trovano:
- Interferenze con dispositivi medici, macchine elettromedicali e dispositivi impiantati nell’organismo, ad esempio pacemaker, defibrillatori e pompe per il rilascio di insulina;
- Interferenze con altri tipi di impianti, quali possono essere protesi e placche in metallo, così come schegge metalliche, piercing e tatuaggi;
- Innesco di detonatori, incendi ed esplosioni;
- Scosse elettriche causate dal contatto con oggetti conduttori di corrente situati in un campo elettromagnetico.
Quali lavoratori sono principalmente esposti ai campi elettromagnetici
Tutti gli apparecchi che funzionano a corrente elettrica, così come gli impianti elettrici stessi, rappresentano la primaria fonte di campi elettromagnetici a bassa frequenza. Anche gli oggetti più comuni, come computer e impianti antifurto, producono campi a frequenza intermedia, mentre radio, TV, forni a microonde, telefoni cellulari e antenne radar generano campi a radiofrequenza.
Ciò significa che in quasi tutti i luoghi di lavoro, le persone possono essere esposte ai campi elettromagnetici dovuti alla presenza di energia elettrica, proprio perché qualsiasi macchina o impianto alimentato a corrente emette campi elettrici ed elettromagnetici.
Molti lavoratori corrono il rischio di essere esposti ai campi elettromagnetici anche in maniera rilevante, data la vicinanza e l’utilizzo di strumenti e attrezzature che generano questo tipo di onde, tra cui saldatrici ad arco, forni a induzione usati nelle fonderie, impianti fotovoltaici ed eolici, riscaldatori a induzione o a microonde, macchine per la risonanza magnetica e impianti elettrici con corrente di fase superiore a 100 A.
I campi elettromagnetici generati da questi ed altri tipi di impianto possono provocare shock elettrico e riscaldamento, ovviamente per arrivare a ciò l’esposizione deve essere notevole, molto di più di quanto può avvenire con i dispositivi che si utilizzano comunemente in tutte le case.
La normativa di riferimento per la tutela dei lavoratori dai campi elettromagnetici
La legge 81/08 per la sicurezza nei luoghi di lavoro include regole ben precise per proteggere i lavoratori dal rischio elettromagnetico, ma in alcuni casi è necessaria una valutazione più accurata per individuare anche i rischi a lungo termine.
In generale, la valutazione dei rischi da campi elettromagnetici è mirata a mantenere l’esposizione entro una soglia di sicurezza, ed eventualmente, se necessario, a definire alcune misure di prevenzione e di tutela.
Là dove i livelli di esposizione stabiliti dalla legge non dovessero essere sufficienti per garantire una protezione adeguata, è opportuno che i lavoratori si rivolgano al proprio medico per fare sì che il datore di lavoro possa valutare correttamente il rischio.
È bene tenere presente inoltre che la normativa si riferisce agli effetti immediati che le onde elettromagnetiche possono provocare, quali possono essere ustioni, aritmie cardiache, contrazioni muscolari e difetti di funzionamento di pacemaker e altri dispositivi di questo tipo. Tuttavia, per quanto non del tutto provati scientificamente, potrebbero verificarsi anche effetti a lungo termine, dovuti all’esposizione continua, tra cui una maggiore probabilità di contrarre alcune forme di tumore: proprio per questo è importante che negli ambienti di lavoro si proceda a valutare e monitorare con la massima precisione i rischi elettromagnetici, tenendo conto sia dell’intensità che della continuità dell’esposizione, per evitare che si creino meccanismi di accumulo.