I DPI di Terza Categoria Anticaduta: cosa sono e quando si utilizzano

I DPI di terza categoria anticaduta: cosa sono e quando si utilizzano

I dispositivi di protezione individuale (DPI) anticaduta di terza categoria sono accessori indispensabili durante l’esecuzione dei lavori in quota, ovvero in quelle situazioni in cui esiste un rischio elevato di caduta dall’alto.

Di norma, nei lavori in quota si ricorre a metodi tali da garantire condizioni di lavoro ottimali, tuttavia nel caso in cui le protezioni collettive non fossero sufficienti, subentra l’obbligo di ricorrere ai DPI anticaduta individuali.

Esistono diverse situazioni di rischio di caduta dall’alto e, di conseguenza, diversi dispositivi di protezione: per capire quale soluzione adottare è importante conoscerli bene e comprendere come adattarli al contesto di lavoro.

Cosa sono i dispositivi anticaduta

I DPI individuali consentono ai lavoratori che operano in quota di assicurarsi agli ancoraggi predisposti al fine di escludere il rischio di caduta nel vuoto. Secondo quanto previsto dalla legge devono essere utilizzati quando tale rischio è inevitabile e non viene sufficientemente ridotto dagli strumenti di protezione collettiva, dalle modalità di lavoro e dalle misure preventive.

I lavori in quota che prevedono l’uso di questi dispositivi riguardano principalmente le operazioni svolte su tralicci, piloni, tetti, cornicioni, ponteggi, piattaforme mobili o sospese e, in genere, nei lavori di ristrutturazione, demolizione e manutenzione di immobili e infrastrutture.

Per stabilire quale tipo di DPI anticaduta utilizzare, è necessario effettuare una precisa valutazione dei rischi, considerando le probabilità che si manifestino rischi di caduta in relazione alle diverse mansioni.

Naturalmente, come si è detto, la legge obbliga anche all’uso di protezioni anticaduta collettive, quali possono essere parapetti, reti e simili, i dispositivi individuali sono necessari per escludere i rischi residui e ridurre o escludere i danni causati da una caduta accidentale.

La classificazione dei dispositivi anticaduta di III categoria

La normativa per la sicurezza nei luoghi di lavoro stabilisce un’altezza minima di 2 metri per quelli che vengono definiti lavori in quota, e che espongono i lavoratori ad un rischio di caduta più o meno rilevante. I DPI di terza categoria sono concepiti proprio per proteggere i lavoratori e prevenire infortuni gravi e potenzialmente letali.

Tali dispositivi vengono suddivisi in diverse categorie:

  • Sistemi di trattenuta della caduta. I dispositivi di questo tipo, ad esempio le cinture di sicurezza e le linee vita, prevengono le cadute negli ambienti di lavoro a quota elevata. Sono progettati per impedire al lavoratore di precipitare nel vuoto, in quanto ne limitano i movimenti in uno spazio sicuro: la loro funzione è quella di mantenere l’operatore all’interno di un’area predefinita evitando l’accesso a zone di maggiore pericolo;
  • Sistemi di posizionamento sul lavoro. Questi dispositivi garantiscono all’operatore una posizione stabile durante il lavoro, escludendo il rischio di caduta libera, sono indispensabili nelle situazioni di lavoro che richiedano una certa libertà di movimento, ad esempio le opere di ristrutturazione e manutenzione. La presenza di un supporto stabile consente al lavoratore di avere le mani libere, a vantaggio sia della sicurezza che dell’operatività;
  • Sistemi di accesso mediante funi. I sistemi di accesso su corda permettono di muoversi in verticale per raggiungere una postazione di lavoro elevata così come di impedire un’eventuale caduta. Sono necessari nelle situazioni in cui accessi di altro tipo siano assenti, ad esempio per le facciate di edifici o per i lavori in ambienti naturali;
  • Sistemi di arresto della caduta. Si tratta di accessori progettati per limitare lo strattonamento in caso di cadute improvvise, interrompendo il volo in maniera sicura. In genere, i sistemi di arredo caduta includono, oltre all’imbracatura, dissipatori e connettori e, se usati insieme, riducono notevolmente le conseguenze di una caduta;
  • Sistemi di salvataggio. I sistemi di salvataggio sono finalizzati a proteggere gli operatori che dovessero trovarsi in difficoltà e necessitino di essere messi in salvo, oppure in caso in cui sia necessaria un’evacuazione rapida, agevolando l’intervento dei soccorritori.

In genere, l’equipaggiamento anticaduta di un operatore addetto ai lavori in quota comprende ancoraggi, connettori, funi e cordini di vario tipo, imbragatura, oltre a casco e guanti.

La scelta dei vari DPI e la combinazione tra di essi dipende dal contesto di lavoro e dalle operazioni da svolgere. Ad esempio, i sistemi di trattenuta dalle cadute, come le linee vita, si utilizzano per svolgere lavori su tetti inclinati e piattaforme, i sistemi di posizionamento sono utili a chi lavora su pali e tralicci, i sistemi di accesso su fune si usano per operare su facciate e pareti, i dispositivi di arresto caduta sono necessari per chi lavora su piattaforme sopraelevate o mobili. I sistemi di salvataggio vengono usati non solo dagli operatori ma anche dalle squadre di soccorso addette al recupero di lavoratori infortunati.

I DPI anticaduta di III categoria devono mostrare il marchio CE, il riferimento alla normativa di conformità e il numero di serie, devono inoltre essere dotati di dispositivi autobloccanti retrattili della lunghezza massima di un metro per frenare la caduta e ridurne i danni.

Formazione per l’uso dei DPI individuale di III categoria anticaduta

Il D.Lgs. 81/08 per la sicurezza nei luoghi di lavoro impone ai datori di lavoro l’obbligo formativo per i lavoratori che svolgono attività in quota, in particolare riguardo al corretto utilizzo dei vari dispositivi di protezione. La formazione consente ai lavoratori di selezionare e usare i dispositivi adatti, di indossarli correttamente e di adattarli alle proprie esigenze personali. La formazione obbligatoria per i lavori in quota richiede un aggiornamento periodico e comprende sia una parte teorica che una parte pratica.

È inoltre fondamentale, oltre che obbligatorio, ispezionare periodicamente dispositivi e attrezzature per lavorare in quota e in sospensione, effettuare una precisa valutazione dei rischi e dotare i lavoratori anche di un kit di emergenza. È bene ricordare che questi dispositivi non riguardano solo i lavori in altezza, ma anche le operazioni effettuate all’interno di pozzi, gallerie, serbatoi e spazi sotterranei.