I rischi connessi all’esposizione amianto e le misure preventive
L’amianto è un materiale di origine minerale, che per un certo periodo, soprattutto intorno agli anni 60/70, veniva ampiamente usato in edilizia grazie alle sue doti ignifughe e isolanti, unite alla leggerezza, alla versatilità e ai costi contenuti. Lavorato e usato in varie forme, soprattutto miscelato ad una base di cemento, l’amianto è stato classificato come uno dei materiali più tossici e pericolosi per la salute, in quanto responsabile di gravi forme di tumore, spesso letali.
Una caratteristica dell’amianto è quello di non provocare danni se lasciato integro e nel suo stato naturale, tuttavia, a causa della sua struttura fibrosa, è sufficiente tagliarlo per provocare la dispersione nell’aria di particelle altamente tossiche. In Italia, dal 1986 l’amianto, per legge, non può più essere utilizzato, ma è tuttora presente in molti edifici, nelle pareti dei prefabbricati, nel rivestimento interno di tubature e canne fumarie e in alcune infrastrutture.
I rischi che l’amianto comporta per la salute sono altissimi: è sufficiente inalare la polvere rilasciata dalle fibre del minerale quando viene tagliato o spezzato per contrarre alcune patologie molto gravi:
- L’asbestosi, che consiste nella formazione di cicatrici nei polmoni, con conseguenti e gravi deficit respiratori: questa malattia possiede la particolarità di progredire anche dopo che l’esposizione all’amianto è cessata;
- Il carcinoma polmonare che, per quanto piuttosto diffuso, si sviluppa in maggiore percentuale nelle persone a rischio per amianto;
- Il mesotelioma, una forma tumorale rara e incurabile che nei lavoratori a contatto con l’amianto è molto più frequente.
Le malattie professionali provocate dall’amianto riguardano soprattutto quelle persone che hanno lavorato in presenza di questo materiale, una loro particolarità è il tempo di insorgenza notevolmente lungo: tra l’esposizione alla sostanza e il manifestarsi della patologia possono trascorrere anche 30 e più anni, una condizione che ha reso difficile correlare la morte delle vittime da amianto con la tossicità del minerale.
L’amianto è pericoloso solo se inalato, poiché spesso la dimensione delle fibre è tale da penetrare nelle vie respiratorie e nei polmoni senza però permettere all’organismo di espellerle. Ciò significa che, fino al momento in cui l’amianto si presenta in una forma compatta o inglobata in altro materiale, non rappresenta un rischio, ma è sufficiente che, per qualsiasi motivo, le fibre si spezzino e rilascino nell’aria polveri inalabili per trasformarsi in un vero e proprio pericolo potenzialmente mortale.
Norme legislative e modalità di protezione dai rischi dovuti all’amianto
La legge europea vieta dal 2005 l’utilizzo dell’amianto in qualsiasi contesto, è inoltre vietata anche l’estrazione e la lavorazione del minerale. Sebbene la presenza dell’amianto negli edifici e nelle strutture non sia prevista da parecchi anni, i materiali che lo contengono, come abbiamo detto, sono tuttora presenti in numerosi edifici, e il pericolo maggiore è correlato alle attività di manutenzione o demolizione di tali strutture, oppure nei lavori di bonifica necessari per rimuovere o rendere inerte l’amianto stesso.
Esistono norme ben precise, sia italiane che europee, che vietano l’esposizione dei lavoratori a concentrazioni di amianto considerate rischiose e che obbligano ad informare le autorità competenti in merito a qualsiasi lavoro in cui si preveda il contatto con materiali che contengono questo minerale.
Nel caso in cui sia necessario operare in un’area o in un ambiente in cui si sospetti la presenza di polveri di amianto nell’aria, è necessario utilizzare adeguati dispositivi di protezione e prestare la massima attenzione a non frantumare o spezzare i materiali che potrebbero provocare la volatilizzazione delle fibre di amianto.
In generale, quando la presenza di amianto in un ambiente è accertata ed è necessario provvedere alla sua rimozione, è obbligatorio richiedere l’intervento di un’impresa specializzata e autorizzata ad effettuare questo tipo di bonifiche.
Valutazione dei rischi da esposizione all’amianto
La legge vieta l’uso dell’amianto, ma non obbliga alla sua rimozione dagli edifici già in essere, ciò significa che nel corso di interventi di manutenzione, ristrutturazione o demolizione esiste la probabilità di provocare la diffusione nell’aria di fibre di amianto inalabili.
Per evitare problemi, nel caso di lavoro in ambienti in cui siano presenti materiali contenenti amianto, il datore di lavoro deve essere a conoscenza non solo dei rischi dovuti alla presenza del materiale, ma anche di tutte le precauzioni da osservare per escluderli: norme igieniche, utilizzo di indumenti idonei e dispositivi di protezione, valori limite di amianto nell’aria e regole di monitoraggio dell’ambiente.
Oltre a ciò, i lavoratori coinvolti in situazioni di questo tipo devono essere formati in materia di sicurezza, prevenzione e tutela della salute, e sottoposti a visite e controlli dal medico competente.
Infatti, è importante tenere presente che le maggiori probabilità di contrarre una delle patologie tipiche da esposizione all’amianto riguarda principalmente l’esposizione prolungata alle fibre di questo materiale, ma anche un’unica e breve esposizione, se molto intensa, può provocare serie conseguenze.
Bonifica e smaltimento dell’amianto
Come si è detto, ancora oggi esistono edifici in cui sono presenti materiali in amianto, nella maggior parte dei casi si tratta di amianto / cemento o eternit, utilizzati per realizzare rivestimenti di tubature, pannelli isolanti o coperture.
Le tecniche di bonifica dell’amianto sono state definite dalla legge e, in base al tipo di materiale da bonificare e alle sue caratteristiche, consistono in operazioni di incapsulamento, confinamento o rimozione.
Incapsulamento dell’amianto. È la tecnica più rapida, semplice e meno costosa, consiste nell’applicazione di un prodotto impregnante al materiale che contiene le fibre di amianto, al fine di evitarne la dispersione nell’aria. È utile solo su materiali compatti e ben conservati, e nel corso del tempo è soggetta a deterioramento: per questo è necessario ispezionare periodicamente i materiali incapsulati e, se necessario, provvedere ad ulteriori operazioni di bonifica.
Confinamento dell’amianto. Il confinamento consiste nel rivestimento del materiale contenente amianto con altro materiale, senza rimuovere né modificare la struttura originale. È un procedimento abbastanza complesso e costoso, la cui efficacia perdura solo con l’integrità del materiale di copertura, che deve quindi essere sottoposto a regolari controlli.
Rimozione delle lastre contenenti amianto. La rimozione è certamente la soluzione più sicura e definitiva, anche perché consente di realizzare coperture e coibentazioni con materiali più innovativi, migliorando anche l’efficientamento energetico e il comfort abitativo dell’edificio.
Richiede però la massima accuratezza e precisione per evitare la dispersione delle fibre di amianto nell’aria dovuta alla rottura delle lastre di amianto durante la loro rimozione. Per evitare questo rischio, il materiale da rimuovere viene preventivamente incapsulato e successivamente smaltito in discariche autorizzate.
Il problema maggiore si presenta quando la rimozione riguarda materiali friabili contenenti amianto: in questo caso è necessario effettuare il confinamento dell’area soggetta a bonifica, predisporre un impianto apposito per ridurre costantemente la percentuale di amianto nell’aria e provvedere allo smaltimento in discarica utilizzando imballaggi e mezzi di trasporto adeguati.